“Papà, ti porto con me”: la storia di Isabella e del diamante nato dalle ceneri dei suoi genitori

Trasformare le ceneri di chi si ama in un Diamante della Memoria può sembrare un gesto insolito. Per Isabella, invece, è stato il modo di mantenere una promessa fatta a suo padre e di riunire in un’unica gemma le vite dei suoi genitori, perché la loro memoria non svanisse, ma brillasse insieme.

“È stato un desiderio che prima di tutto era di mio padre, poi anche mio”, racconta Isabella con voce ferma ma dolce. “È andato tutto bene, sono davvero soddisfatta. È una cosa che mi dà conforto, anche perché era una decisione condivisa con lui”.

Una promessa nata dieci anni prima

La scelta di Isabella non è nata nel dolore immediato della perdita. “Non è una decisione che parte dagli ultimi mesi di vita di mio padre”, spiega. “L’abbiamo presa insieme almeno dieci anni fa”.

Un giorno, mentre parlavano, Isabella gli aveva raccontato di aver letto su una rivista la storia di una donna che, in Svizzera, aveva trasformato le ceneri del marito in un diamante della memoria. “Dissi a mio padre: ‘Papà, guarda, quando mai sarà, ti trasformo in un diamante. Così tutte le cose che non siamo riusciti a fare insieme le facciamo, perché ti porto con me’”.

Da quella frase, pronunciata con affetto e leggerezza, nacque un patto. “Abbiamo brindato insieme. Mio padre stava benissimo, aveva ancora tanta vita davanti”.

Un uomo del 1933, moderno e pieno di curiosità, che aveva trascorso una vita lunga e intensa, lavorando come agente di commercio e trovando sempre il tempo per la famiglia.

Una vita condivisa fino all’ultimo

Isabella parla con gratitudine dei suoi genitori, Carla e Giancarlo (nella foto). “Ho avuto un padre meraviglioso e una madre altrettanto speciale, insegnante di greco e latino”. Dopo la lunga malattia della madre, morta nel 2020, Isabella e suo padre avevano ritrovato il loro equilibrio, il piacere delle piccole cose insieme. “Dal 2017 abbiamo ricominciato a ritagliarci i nostri spazi. Mio padre era un uomo incredibilmente moderno”.

Quando, a distanza di anni, il melanoma ha iniziato a consumarlo, Isabella ha voluto ribadire quella promessa. “Gli ho detto: ‘Papà, io avrei intenzione di fare questa cosa. Sei sempre d’accordo?’ E lui mi ha risposto: ‘Anche la mamma’”.

Le ceneri dei due genitori sono state così unite in un unico diamante. “Gli ho chiesto: vuoi che faccia due diamanti o uno solo? E lui ha detto: ‘No, uno solo’”.

La nascita del Diamante della Memoria

Dopo la morte del padre, Isabella ha contattato Algordanza, l’azienda svizzera specializzata nella creazione di diamanti commemorativi. “Ho trovato Elisabetta, una professionista in gambissima, ha un modo di seguire le persone che è giusto, empatico ma mai invadente. Mi ha spiegato tutto, passo dopo passo”.

Il viaggio in Svizzera è stato intenso e sereno allo stesso tempo. “Abbiamo portato le ceneri e poi sono stata aggiornata su ogni fase”.

Il diamante è nato quasi esattamente un anno dopo la morte del padre: “È stato pronto il giorno dopo l’anniversario della sua scomparsa”.

E il colore? “Non sapevamo come sarebbe venuto, ma è uscito di un blu bellissimo, il colore che sicuramente a mio padre sarebbe piaciuto”.

Un dettaglio che aggiunge poesia: “Mio padre voleva che fosse grezzo, perché io gli avevo sempre detto che era la mia roccia. Mi rispose: ‘Meglio grezzo, perché le rocce sono grezze’”.

Un anello che racchiude due vite

Ora Isabella sta lavorando con un artigiano milanese per dare al diamante una nuova forma. “Da quando papà è morto porto al collo le due fedi dei miei genitori”.

Quelle stesse fedi verranno fuse in un unico anello, che conterrà il diamante della memoria. “Sarà un vero anello della memoria, in tutti i sensi. Le fedi dei miei racchiuderanno le ceneri dei miei”.

Spera di averlo pronto entro Natale. “È un artigiano molto richiesto, ma mi piacerebbe averlo per le feste”.

Per lei, sarà un modo per sentire sempre la presenza del padre accanto: “Lo preferisco al dito, perché lo posso vedere sempre. Al collo lo vedono gli altri, ma al dito lo vedo io”.

Un gesto che dà serenità

Nonostante il contesto doloroso, Isabella racconta la sua esperienza con serenità. “Riuscire a dire bene di un’esperienza del genere, in un momento tristissimo, vuol dire che sono molto bravi a farlo nel modo giusto”.

Anche le persone intorno a lei hanno accolto la scelta con calore: “Non c’è stato uno che mi abbia detto ‘però’. Tutti hanno reagito con sorpresa positiva. Mi hanno detto: che bella idea”.

Persino in Comune, dove ha dovuto sbrigare le pratiche per lo svincolo delle ceneri della madre, la sua decisione ha suscitato curiosità e interesse. “Mi hanno chiesto il contatto di Algordanza per proporre questa possibilità come alternativa”.

Oggi, guardando il suo diamante blu, Isabella sente di aver mantenuto una promessa e costruito un simbolo di continuità. “Per me ha un significato enorme, lontano anni luce dall’aspetto economico. È la promessa che avevo fatto a mio padre, la possibilità di portarlo sempre con me”.

E conclude con un sorriso: “Sento molto la presenza di mio padre, come se mi dicesse: guarda che va tutto bene, stai tranquilla. Questo diamante è venuto a coronare tutto”.